mercoledì 10 dicembre 2014
UN ALTRO CAPOLAVORO FIRMATO WU MING
L'Armata Dei Sonnambuli, ultimo lavoro dei Wu Ming, un romanzo storico affascinante finalmente ai livelli di Q e '54. La capacità narrativa di questo collettivo non è mai stata messa in discussione, ma le ultime storie non erano riuscite ad appassionarmi come nei primi due lavori, anzi capolavori da me letti, appunto Q e '54. Con L'Armata dei Sonnambuli siamo tornati agli antichi fasti con mia grandissima gioia. Francia, Rivoluzione Francese, il tipico intreccio di storie e personaggi grazie al quale vengono descritti punti di vista e situazioni sociali differenti, che però alla fine tornano ad unirsi. La qualità dal mio punto di vista eccezionale di questo collettivo di narrazione è di trovare in storie già interessanti usate come sfondo, altre storie ancora più interessanti, basate su personaggi esisti realmente, mai apparsi sui nostri libri di storia e di regalargli un'avventura incredibile ed appassionante che s'intreccia con lo sfondo storico. Fantastico, è un incredibile goduria per la nostra mente che è consapevole di unire fantasia e realtà ponendo l'evento nel mondo del vero-simile, quindi nel credibile, cosa che ci avvicina ancora di più ai personaggi ed alle loro storie. Ne L'Armata Dei Sonnambuli abbiamo quattro storie parallele che ci guidano dalla decapitazione del Capeto fino a quella di Robespierre, vissute fra la Parigi dei Montagnardi, la Francia del Nord e l'ospedale psichiatrico di Bicetre, uno dei primi ospedali psichiatrici ad usare metodi "rivoluzionari" nel trattamento degli alienati. Tutto il discorso sul sonnambulismo che è il leit-motiv del romanzo rende quasi magica questa esperienza di lettura che attraverso uno dei suoi personaggi chiave ci regala anche uno spunto di riflessione che già gli architetti del rinascimento fiorentino avevano colto. La città come spazio teatrale. Geniale intuizione di un attore, che Brunelleschi aveva già avuto a Firenze per quanto riguardava ciò che in teatro chiameremmo "scenografia", ma che qui viene applicata alla "recitazione" da uno dei protagonisti, che come appunto detto è un attore. Molti altri spunti vengono regalati in questo avvincente ed appagante romanzo che è uno di quei classici libri che quando finisci sei incazzato nero perché è finito e che ti scoraggia ad iniziarne uno nuovo perché tanto sai che non sarà mai bello come questo che hai appena finito di leggere. Per fortuna che la curiosità in questi casi aiuta e si ricomincia con nuove avventure e nuove storie.
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